Si sta vivendo un'epoca storica in cui tutti, uomini, donne e purtroppo persino bambini, sono iperconnessi. La dipendenza dal mondo digitale è sempre più una realtà, con smartphone, PC, social media, tablet e videogiochi che fagocitano letteralmente ogni ora disponibile della giornata, escluse ovviamente quelle lavorative.
Questa evasione digitale, se non ben controllata, può in realtà causare una serie di problemi di salute psico-fisica, con ripercussioni sulla socialità.
Non stupisce che ultimamente si sta proponendo sempre più una sorta di digital detox: non si parla di detox per recuperare il peso forma, ma di una pausa dai dispositivi digitali, al fine di recuperare una sanità mentale che non può che giovare nel breve e nel lungo termine.
Cos'è il digital detox
Digital detox significa letteralmente disintossicazione digitale ossia stacco dall'uso di dispositivi come computer, smartphone, tablet e social media, ovvero tutto ciò che di fatto rende gran parte della popolazione mondiale iperconnessa. Non ci si rende conto infatti quanto questo modus vivendi, figlio dell'epoca moderna, possa creare disagi e conseguenze importanti sotto diversi punti di vista: si arriva a un calo sensibile della concentrazione, al sopraggiungere di stati di stress e ansia, a una cattiva qualità del sonno e a un sensibile calo dell'autostima, in quanto ci si ritrova dipendenti da un like sotto un post social.
Nei casi più gravi, l'iperconnessione porta a un disinteresse totale per il mondo reale, dal quale pian piano ci si allontana fino a isolarsi: in Giappone il termine hikikomori indica proprio questo fenomeno sociale del ritiro sociale, sempre più dilagante non solo in terra nipponica ma in tutto il mondo occidentale.
Disintossicarsi dal mondo digitale è dunque fondamentale per ritrovare il proprio equilibrio e una sanità fisica e mentale: i benefici sono molteplici e vanno dal ritrovamento di uno stato di calma interiore e di una maggiore concentrazione, fino alla riduzione dello stress e a un rafforzamento delle eventuali relazioni interpersonali.
A giovare del digital detox è anche la postura, la quale normalmente risente dell'uso del telefonino con sovraccarichi a livello della schiena e del collo, ma anche il sistema neurologico: recenti studi hanno evidenziato disturbi dell'orientamento e della memorizzazione, conseguenti all'uso eccessivo di dispositivi digitali.
Come staccare dalla tecnologia: consigli e soluzioni
Per imparare a fare a meno della tecnologia o comunque a farne un uso intelligente, si può per prima cosa decidere di disintossicarsi per almeno 1 ora al giorno, che sia al mattino oppure alla sera, aumentando pian piano il lasso di tempo. Questa pausa può essere destinata ad altre attività, come ad esempio fare sport, leggere un libro o dedicarsi a un hobby oppure alla cucina: mettersi ai fornelli in vista di una cena prolunga il detox anche oltre il tempo prestabilito.
Un'altro consiglio è quello di disattivare tutte le notifiche push legate ad app superflue, che in realtà sono proprio quelle che rubano più tempo prezioso: se proprio lo si ritiene necessario, è meglio aprirle se davvero se ne ha necessità.
Anche monitorare materialmente il tempo che si trascorre sui social oppure utilizzando i dispositivi tecnologici è un buon modo per disintossicarsi: in molti casi è importante prendere coscienza di quanto si è legati al mondo virtuale e constatare il tempo effettivamente sprecato può spaventare tanto da portare a uno Switch.
Un'esperienza consigliata da fare è quella che in Giappone chiamano shinrin-yoku, espressione che significa letteralmente bagno nella foresta. Per staccare dal mondo virtuale, la cosa migliore è riconnettersi con la natura e recarsi in un bosco o in una foresta, lasciandosi andare a una vera e propria esperienza sensoria. Basta sedersi su una roccia e respirare l'aria pulita e frizzantina, toccare i tronchi degli alberi e il morbido muschio umido, sentire il fruscio del fogliame smosso dal vento e abbracciare gli alberi, così da assorbire da questi monumenti vegetali ogni possibile energia positiva.
Questo mindfulness, ossia la consapevolezza del mondo circostante, richiede rilassamento e concentrazione, portando naturalmente ad abbandonare dispositivi tecnologici. I benefici sono propri di quelli dello zen, ossia il miglioramento della qualità del sonno, della concentrazione e dell'umore, ma anche il contrasto all'invecchiamento cellulare: tutto è a portata di mano e gratuito, basta solo fare una gita nella natura e dimenticare la tecnologia a casa, così da capire quanto in realtà sia superflua.