Essere imprenditori nel 2020: quali sono le scelte più difficili che bisogna affrontare?

Qualcuno sostiene che il desiderio di essere imprenditori sia innato: non conta solo la famiglia in cui si nasce, ma soprattutto una certa inclinazione a osare e rischiare. Ci sono figli di noti industriali che non sono riusciti a portare avanti imprese fiorenti, mentre esistono tantissimi altri casi di persone che hanno costruito imperi contando solo sulle proprie forze.

Una cosa è certa: diventare imprenditori nel 2020, così come in ogni periodo storico, significa imparare a prendere scelte difficili e coraggiose. Vediamo insieme qual è l’attitudine giusta e quali sono le decisioni cruciali da affrontare nel percorso imprenditoriale.

Cosa serve per essere imprenditore?

Il mondo dell’imprenditoria è attraente per molti motivi, primo fra tutti la possibilità di trasformare in realtà un sogno o un’idea. In più, oggi è una scelta di tendenza, basta dare un’occhiata a tutte le startup nate negli ultimi anni. Per farcela, però, serve molto di più oltre alle buone idee di partenza. Innanzitutto è necessario comprendere cosa significhi diventare il proprio capo, che si tratti di una piccola o grande attività, da soli o con altri soci. Ecco quali sono le caratteristiche personali necessarie per essere imprenditore nel 2020:

  • Avere doti da leader e saper gestire e organizzare il lavoro degli altri
  • Saper comunicare bene la propria idea e diventare lo “sponsor” migliore del proprio progetto
  • Saper gestire al meglio le risorse economiche, ovviamente grazie all’assistenza di commercialisti capaci
  • Mantenere sempre un atteggiamento umile e saper gestire al meglio gli alti e bassi

I giovanissimi potrebbero vederla semplicemente come un’occasione per guadagnare di più, ma la strada per arrivare al successo prevede tanti sacrifici. Prima di tutto economici, perché fin dall’inizio si dovrà considerare un budget necessario per affrontare non solo l’apertura di una società, ma anche la successiva gestione.

E poi il tempo: essere imprenditori significa sacrificare il proprio tempo libero in favore di un progetto che assorbe e assorbirà (si spera) tanti anni. Ci saranno stress, preoccupazioni, scelte complicate da prendere, ma organizzando ogni cosa nel modo migliore sarà comunque gratificante.

La scelta del settore in cui operare: quali sono le tendenze del 2020?

Persino chi crede fortemente nel proprio progetto, potrebbe doversi scontrare con la realtà. Nonostante la determinazione, per diventare un grande imprenditore non conta solo l’idea geniale, ma anche la scelta di un settore giusto. In questo momento, per esempio, gli ambiti che non conoscono crisi sono quelli della robotica, dell’informatica e dello sviluppo di alternative green a prodotti e servizi già esistenti. Persino l’idea migliore potrebbe soccombere di fronte a un mercato che non offre sbocchi o che è già saturo.

La scelta del numero di persone che comporranno la società

Meglio soli o accompagnati? Anche in questo caso, serve lungimiranza: ci sono amicizie decennali crollate durante un rapporto lavorativo progettato male. La decisione di avere uno o più soci dipende da tante variabili, prima fra tutte la necessità di avere qualcuno su cui contare e che possa aiutare nel percorso imprenditoriale.

Riguardo alla possibilità di scegliere tra amici e familiari oppure semplici conoscenti, sta al proprio “fiuto”: è importante capire se sia possibile andare d’accordo e fidarsi dei propri soci, soprattutto nei periodi più difficili, come quelli legati agli scossoni economici e istituzionali previsti per il 2020.

La scelta del tipo di società: meglio SRL o SRLS?

La tipologia classica di società per chi vuole diventare imprenditore è la SRL, ma da qualche anno esiste anche una versione alternativa, la SRLS. Quale è meglio scegliere nel 2020? La SRL (Società a Responsabilità Limitata) è una società di capitali dove per le obbligazioni sociali risponde la stessa società con il suo patrimonio e non con quello personale dei soci. In caso di debiti, i creditori possono rivalersi solo sul capitale societario e non su quello personale dei soci.

La SRLS (Società a Responsabilità Limitata Semplificata) è nata nel 2013 come variante più semplice della classica SRL, dato che consente la costituzione della società con un capitale minimo di 1 euro e massimo di 9.999 euro, contro i 10.000 euro minimi della SRL.

La SRL prevede costi di apertura più alti della SRLS, che includono il costo del notaio e ammontano a una cifra compresa tra 1.500 euro e 2.000 euro circa. Per la SRLS, invece, non serve il notaio, dato viene seguito il modello costitutivo standard di legge. Le spese di apertura saranno quindi la metà circa rispetto a quelle necessarie per aprire la SRL, e in più si aggiunge il capitale minimo.

Le SRLS sono quindi la scelta ideale per chi non ha fondi necessari, per chi è alla sua prima esperienza da imprenditore oppure teme che la fragile situazione economica italiana del 2020 possa mettersi di mezzo. Con la SRL classica le spese all’inizio sono infatti più alte e devono essere pianificate con attenzione, per evitare di correre rischi. Per quanto riguarda la gestione, invece, le due tipologie sono sostanzialmente uguali, perché la tassazione è la medesima.

La situazione post Covid-19

Abbiamo chiesto un parere ad un esperto del Servizio Contabile Italiano, società che offre consulenza contabile online a Padova, Torino, Verona e in molte altre città italiane.

L’arrivo del Covid-19 ha, ovviamente, distorto ogni previsione fatta nei mesi precedenti per quanto riguarda lo sviluppo dell’economia italiana. Ma non disperiamo, non tutto è perduto.

Le probabilità che Governo e Unione Europea istituiscano numerosi bandi (sia a fondo perduto che non), in modo tale da stimolare la ripartenza delle attività imprenditoriali, è una concreta possibilità. Già nelle scorse settimane abbiamo visto i fondi istituiti dal Governo per sostenere le imprese in questi quasi 3 mesi di lockdown.

Ci troveremo in una situazione simile a quella del dopoguerra, ma con moltissimi strumenti in più sia dal punto di vista tecnologico che di risorse.

Sarà fondamentale sfruttare questo periodo di isolamento per pianificare le prossime mosse e farsi trovare pronti nel momento in cui queste risorse verranno messe a disposizione degli imprenditori.
Grazie ad una burocrazia semplificata, i tempi di erogazione saranno ridotti e anche le imprese nate da poco potrebbero beneficiare di contributi solitamente riservati a chi ha un importante storico alle spalle.

Le piccole e medie imprese avranno, come sempre, un ruolo fondamentale per la ripartenza dell’economia italiana.