Quello della bonifica dell’amianto è un problema molto sentito nel nostro paese: in moltissime città, ad esempio Milano, persiste un altissimo numero di edifici a rischio e gli interventi continuano a moltiplicarsi.
Agire è necessario: questo materiale è, infatti, pericolosissimo sul lungo periodo e attacca il nostro organismo senza manifestarsi con sintomi particolari oppure con i così detti “campanelli d’allarme”. L’unico modo per salvaguardare la nostra salute e l’ambiente che ci circonda e prendere una decisione immediata, intervenendo nei siti riconosciuti.
La bonifica dell’amianto si deve, però, distinguere fra incapsulamento in loco e rimozione vera e propria.
Nel primo caso, i manufatti non vengono spostati, ma vengono coperti utilizzando prodotti in grado di “bloccare” le fibre, evitandone la dispersione nell’aria. Questo tipo di intervento, meno costoso dell’eliminazione definitiva, è possibile nel caso in cui l’amianto non possa essere spostato (come per colonne portanti all’interno di abitazioni, scuole e luoghi di lavoro), ma è – spesso – preferito anche nel caso in cui l’eternit da trattare non sia troppo vecchio e mal ridotto. In ogni caso, l’uso di materiali ricoprenti necessita, poi, di manutenzioni e controlli periodici nel corso tempo.
La rimozione, invece, è l’intervento in assoluto più utilizzato, poiché risolutivo: consiste nel trattamento preventivo delle superfici, nell’eliminazione dei manufatti e nella successiva sostituzione delle coperture.
Generalmente l’amianto rimosso viene inviato a discariche specializzate e qualificate, che si occupano di smaltire definitivamente i prodotti di scarto.
Come è facile intuire, questi interventi non possono essere gestiti autonomamente dal singolo cittadino, ma vanno effettuati da ditte specializzate – per esempio la Mario Taddei Srl di Torino – provviste di tutti gli strumenti necessari per lavorare nella più assoluta serenità, rispettando le caratteristiche e le tecniche ambientali. Prima della bonifica dell’amianto, i proprietari degli immobili interessati sono obbligati a contattare e informare la propria ASL, come stabilito dall’articolo 12 comma 5 della legge 257/92: sarà, poi, l’ASL a effettuare un censimento e valutare il rischio.
Il tema amianto richiede preparazione, competenza ed esperienza: fate affidamento solo ai professionisti del settore.