Il mercato valutario è per sua natura soggetto a molte oscillazioni, tanto che diamo per scontato che il tasso di cambio di una valuta rispetto a un’altra si modifichi nel corso della stessa giornata, spesso anche sensibilmente, coloro che desiderano investire in questo tipo di mercato sono spesso colpiti dal grande timore di sbagliare, perché se è già un rischio l’investimento in un titolo azionario, ancora di più lo è nell’immaginario del piccolo risparmiatore, farlo nelle valute, dato che sono spesso oscure ai più le ragioni e le direzioni delle oscillazioni.
Ma come ogni valore di un titolo, di un bene immobile o mobile, di una materia prima, etc., anche il valore di una valuta è soggetta alle consuete leggi della domanda e dell’offerta, conoscere le linee su cui queste si muovono è un buon viatico, per capire cosa bisogna fare nel medio termine e come si possono prevedere determinate variazioni.
Parliamo di medio termine, perché nel breve, così come accade per l’azionario, le forze di mercato possono subire l’influsso speculativo, frutto di determinati movimenti al rialzo o al ribasso, conseguenti a fatti, notizie e umori, che sono difficilmente prevedibili e quantificabili, per questa ragione, il piccolo risparmiatore che voglia investire il proprio denaro, magari senza avvalersi del supporto delle conoscenze di un broker del settore, è preferibile che allarghi il suo orizzonte temporale al medio-lungo periodo e che non si illuda di potere disinvestire nel breve o brevissimo termine, con la certezza di un ricavo, se non spesso fortuito.
Impariamo, quindi, sebbene in modo sintetico, quali forze determinano la domanda e l’offerta di una valuta, quindi, il suo valore di equilibrio sul mercato, va da sé che se aumenta la domanda di una valuta (ad esempio, l’euro), il suo valore tende a crescere nei riguardi delle altre valute, quando si tratta sul mercato valutario, per prima cosa, è necessario capire se si sia dinnanzi a un cambio di “incerto per certo” o al contrario di “certo per incerto”.
Cosa significa?
Pensiamo al rapporto euro/dollaro, noi diciamo che l’euro aumenta il suo valore contro la divisa americana, se il rapporto tra le due valute cresce, ad esempio, se l’euro passa da 1,34 a 1,38 contro il dollaro, significa che per comprare un euro ci volevano prima 1,34 dollari e ora 1,38 dollari, in altri termini, il dollaro si è deprezzato, questo è ciò che sul mercato si definisce “cambio certo per incerto“.
In altri termini, si tiene fisso il valore della propria valuta, ma varia quello della divisa straniera, ma attenzione: non sempre sul mercato il tasso di cambio è certo per incerto, lo è tra l’euro e le altre divise, ma tra le altre valute potrebbe esservi un cambio di incerto per certo, per cui bisogna sempre verificare il tipo di regime su cui i cambi operano, a titolo di esempio, era un cambio incerto per certo quello della vecchia lira.
Si teneva fissa, infatti, l’unità valutaria straniera e si faceva variare quella domestica, es.: un dollaro valeva 1800 lire, erano le quantità di lire necessarie a comprare un dollaro a variare e non
viceversa.
ANALISI PRELIMINARI
Detto ciò, iniziamo con le analisi preliminari della forze che influiscono su domanda e offerta di una valuta, il valore di una divisa è dato dalla quantità di richieste che si hanno di essa, ma la domanda di una valuta è frutto di esportazioni di beni e servizi, nonché di capitali di un Paese, detto in altri termini, immaginiamo che il mondo sia costituito solo da USA, che utilizza il dollaro e l’Eurozona, che si avvale dell’euro.
Se l’Eurozona aumenta le proprie esportazioni in America, gli americani dovranno pagare le merci acquistate in euro, quindi, domandano più euro e offrono dollari, sul mercato, di conseguenza, vi sarà un aumento del valore di cambio dell’euro verso il dollaro, viceversa, se fossero gli americani ad esportare di più verso l’Eurozona, in quel caso, aumenterebbe la domanda e, quindi, il valore del dollaro.
Ma un Paese non esporta solo beni e servizi, bensì anche capitali, ora, mettiamo che l’Eurozona attiri improvvisamente più capitali dall’America (a parità di capitali attratti dagli USA), questo implica anche in questo caso che aumenta la richiesta di euro e, pertanto, il suo valore sul dollaro USA. Viceversa, nel caso siano gli USA ad attirare maggiori capitali dall’Eurozona.
Per un investitore, dunque, è essenziale capire nel rapporto di cambio tra due stati, quali siano le tendenze sia dell’export commerciale che dei flussi di capitali, pertanto, se si vuole prevedere con logica cosa potrebbe accadere in futuro sul mercato valutario, bisogna conoscere quali siano le forze che determinano le variazioni dell’import/export commerciale e dei flussi di capitali.
Partiamo dal flusso commerciale, un americano domanderà maggiori beni europei, sulla base di due requisiti: il suo reddito e il prezzo dei beni europei, se il suo reddito cresce, acquisterà più beni europei, se diminuisce, comprerà meno beni dall’Eurozona, ma anche i prezzi dei beni prodotti nell’Eurozona determinano la domanda straniera. Se essi crescono in rapporto ai prezzi americani, la loro domanda diminuisce.
Al contrario, se i prezzi europei crescono meno dei prezzi dei beni americani, tende a crescere la loro domanda, quindi, riassumendo: cresce l’export europeo verso gli USA, se l’inflazione europea è più bassa di quella USA, in questo caso, l’euro tende ad apprezzarsi, nel medio termine, se il reddito degli americani (pil) cresce più di quello europeo, c’è la tendenza a una maggiore domanda di beni europei, per cui il valore dell’euro, anche in questo caso, cresce sul dollaro.
IL FLUSSO DEI CAPITALI
Andiamo adesso al flusso dei capitali, essi si muovono sulla base della remunerazione garantita, ad esempio, se l’Eurozona ha tassi più alti degli USA, essa tende ad attirare (esportare) capitali, viceversa, se sono gli USA ad avere un tasso più alto, saranno loro ad attirare capitali.
Quindi, in un mercato con forte mobilità di capitali, è il tasso di interesse che determina il loro flusso, se l’Eurozona ha un tasso più alto, l’euro tende ad apprezzarsi sul dollaro, ora, combinando sia i flussi dei capitali che quelli delle merci, vi potrebbero essere varie situazioni, anche ibride da un punto di vista del ragionamento.
Ma nella nostra situazione concreta e attuale, quello che possiamo affermare con un buon margine di assicurazione è che a determinare maggiormente il rapporto di cambio delle valute, nel medio termine, sono i flussi dei capitali, la cui entità e mobilità sono di gran lunga superiori a quelle dell’interscambio commerciale.
Pertanto, fondamentalmente, bisogna guardare alla politica dei tassi, per determinare con buona approssimazione i movimenti delle valute.
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